Dibattito con “nimbus  gennaio 2013

                                                                                                                                         Oropa 26/01/2013

spett. redazione di Nimbus                                                                  

 

Ho letto l'interessante "speciale progetto archlim". C'è grande bisogno di studi in questa direzione,specialmente in un periodo di "cambi climatici". Mi permetto di fare qualche osservazione: la parte che riguarda la coltivazione dell'ulivo al NW merita un approfondimento; la motivazione "religiosa"per spiegare la sua diffusione, mi sembra un po' deboluccia per giustificare un ampio dispendio di energie in così larga parte del nord italia fino al 1500, per poi sparire per 5 secoli e riaffacciarsi in questi ultimi decenni.

sparse un po' ovunque ci sono tantissime località che portano il nome di olivo,olivetto.ecc.  sarebbe da indagare di più sulla reale incidenza di questa e di altre coltivazioni che amano un clima favorevole. Anche per la vite sarebbe interessante sapere con maggiori dettagli quanto e per quanto tempo si sia spinta a nord dell'Europa.  Per quanto riguarda i Walser è perlomeno particolare il fatto che abbiano colonizzato piccole nicchie proprio intorno al monte rosa,dove ci sono i più alti passi alpini.

Al termine della lettura di questo numero speciale si ha l'impressione che c'è stato un periodo più caldo nel medioevo e poi uno più freddo dal 1500.  Per il resto ci sono state alluvioni e siccità,caldo e freddo,come capita da sempre.

Da sempre poi l'uomo ama il clima bello e tiepido e quindi ricorda molto di più gli episodi contrari.   Anche oggi andiamo a cercare per le vacanze prevalentemente località tropicali ed i tedeschi si affollano sul mediterraneo da turisti come una volta gli eserciti barbari.   E poi stranamente si teme che questo sospirato clima tropicale arrivi anche in italia.

Tra l'altro il clima tropicale è il più favorevole alla vita,alla varietà della vita in una miriade di forme.

Nei secoli passati i nostri vecchi si preoccupavano perchè la neve e il freddo portavano via i pascoli e non permettevano la maturazione nei campi, e noi ci preoccupiamo che manca la neve per il nostro divertimento sugli sci e magari la spariamo con i cannoni, roba da matti, da chi ha tanto buon tempo.

Da oltre 20 anni il clima è più caldo ma di qui a dedurre che non ci sono altri periodi così caldi durante "l'ottimo climatico medioevale", mi sembra un po' azzardato, anche a fronte degli scarsi dati che nonostante le ricerche si hanno.

E' già difficile fare un'analisi del clima degli ultimi due secoli, nonostante la diffusione delle registrazioni strumentali.

Si tende ad estremizzare le posizioni tra catastrofisti ed ottimisti.    Durante le visite all'osservatorio di Oropa,quando gli studenti, dai piccoli delle elementari agli studenti universitari,mi fanno la solita domanda: "allora c'è questo riscaldamento globale?"

rispondo invariabilmente: "di fatto abbiamo due decenni caldi,ma dove si va ve lo dirò tra mille anni", perchè questi sono i tempi della natura.

Non riesco a capire come si possano sparare delle previsioni sul clima fra 100 anni,con variabili infinite.

Nel 1800, secolo della scienza positiva, esimi scienziati hanno preso enormi cantonate sul futuro.

Anche il Club di Roma negli anni ' 60 del novecento, non è che abbia azzeccato molto sulla società di oggi.

L'uomo è un animale flessibile, si adatta, si adegua e si trasforma nella storia.

Diverso è il discorso su come usiamo i beni di questo mondo: se consumiamo tutto il petrolio, non ce ne sarà più per altri usi nel futuro e così l'acqua, il suolo...

Si parla molto del protocollo di Kyoto, ma, nell'ultima conferenza di Doha, si sono impegnati a ridurre l'inquinamento, soltanto

l'Unione Europea,la Svizzera,la Norvegia e l'Australia, 300 milioni di persone mal contate, mentre sono rimasti fuori tutti gli altri,

Usa, Canada, Giappone, Russia, Nuova Zelanda, Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, diciamo 3 miliardi.

Può darsi che l'Europa risulterà profetica nel suo atteggiamento in futuro, oppure che il motivo del declino economico del Vecchio continente, sia proprio in questa battaglia di Don Chisciotte contro i mulini a vento (in questo caso in  favore dei mulini a vento per l'energia pulita).       Appunto tra mille anni gli storici diranno...

(a casa mia comunque abbiamo impiantato pannelli fotovoltaici da 3 KW e abbiamo sostituito tutte le lampadine con le nuove Led)

  saluti e buon lavoro a tutti.

    d. silvano cuffolo    oropa

 

 

 buongiorno d. Silvano,

 

la scienza dell'atmosfera e del clima è certamente cosa estremamente

complessa, ma le conoscenze sono in continuo divenire e miglioramento

(una sintesi si trova nel volume "Che Tempo Che Farà", Ed. Rizzoli,

curato proprio da Luca Mercalli e dal gruppo di lavoro SMI;

http://www.meteoshop.it/meteoshop/VediLibro.asp?IdArticolo=635&IdPag=4 ).

 

Proprio per questo la mole di informazioni finora raccolte dalla

comunità scientifica internazionale consente ormai di ritenere superata

l'ipotesi di un Medioevo significativamente più caldo di oggi, come

ampiamente illustrato nell'ultimo numero di Nimbus e come in particolare

dimostra con schiacciante evidenza la perfetta conservazione della mummia Oetzi

(approfondimento a p. 6 del fascicolo).

 

In ogni caso, indipendentemente da quanto sia stato caldo o meno il

periodo medievale, l'insieme delle attuali e attese crisi ambientali

(dal riscaldamento globale all'eccesso di rifiuti e sostanze inquinanti)

costituisce la più ardua sfida per l'umanità, a cui politica ed economia

attuali ancora non riescono (o non vogliono?) dare adeguate risposte,

come sintetizzato in questo recente appello

http://www.nimbus.it/arealim/appelloscienzaeconomia/appelloscienzaeconomia.asp

nonché, nel maggio 2012, nelle fondamentali dichiarazioni emerse a

Londra dal congresso "Planet under pressure" (

http://www.planetunderpressure2012.net/pdf/state_of_planet_declaration.pdf)

 

Non solo le intuizioni del Club di Roma stanno trovando - ahinoi -

riscontro, ma - per quanto riguarda il clima - la situazione appare via

via fin peggiore rispetto alle previsioni solo di alcuni anni fa, come

sostenuto proprio la settimana scorsa, in occasione del World Economic

Forum di Davos, anche dall'autorevole economista inglese Nicholas Stern,

autore nel 2006 di un rapporto che stimava i futuri danni dei

cambiamenti climatici all'economia globale

(http://webarchive.nationalarchives.gov.uk/+/http://www.hm-treasury.gov.uk/sternreview_index.htm).

 

Che il clima tropicale sia favorevole a una moltitudine di forme di vita

è indubbio, ma ciò non significa che un rapido aumento delle temperature

terrestri non porti con sé rovinosi effetti su biodiversità, produzione

agricola, disponibilità di acqua, livelli marini...!

 

Le incertezze sul futuro ci sono, ovviamente, ma le variabili fisiche che governano il comportamento

dell'atmosfera sono conosciute e prevedibili con ragionevole affidabilità

  (http://www2.cnrs.fr/presse/communique/2459.htm), inoltre le simulazioni

numeriche sul clima dei prossimi decenni sono l'unico strumento

affidabile che abbiamo per delineare scenari, e ormai ne sappiamo

abbastanza per essere chiamati ad agire, con urgenza. Altrimenti, a che

servirebbe la scienza? La posta in gioco è troppo alta: l'abitabilità

del pianeta!

 

Un'urgenza che ci è ricordata anche dal troppo ignorato "Memorandum di

Stoccolma", siglato nel 2011 da cinquanta premi Nobel in discipline

scientifiche, ma rimasto finora pressoché sconosciuto e inascoltato.

 

Sperando di aver apportato un ulteriore tassello al dibattito, la salutiamo cordialmente,

non prima - però - di ringraziarla per l'importante attività che sempre

porta avanti all'osservatorio di Oropa.

 

Grazie, alla prossima occasione!

Daniele Cat Berro

 

 

 lunedì 28 gennaio 2013 21.21

 

conosco il dibattito,sono ormai vecchio ed è dal tempo del liceo, 50 e più

anni fa, che seguo con interesse il mondo della scienza e più si va avanti ,

maggiori sembrano le cose che non si conoscono di quelle che si conoscono,

in tutti i campi, dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande, per

usare una metafora moderna: è molta più la materia, l'energia "oscura", di

quella "chiara".  e ribadisco la mia impressione : troppa sicurezza in tante

conclusioni , chissà se tra 500 anni non sorrideranno di  noi come noi

sorridiamo del sistema tolemaico che pure aveva molti riscontri , in una

quasi perfetta costruzione matematica....

saluti anche a luca mercalli

don silvano cuffolo  




saremmo ben felici di sapere che, forse, tra 500 anni sorrideranno di noi! 
Speriamo! 
Certamente estenderò i saluti anche a Luca. 

Tutto bene in osservatorio? Riuscite sempre a proseguire le osservazioni 
"vecchia maniera", in continuità con la serie storica, alla finestra 
meteorica? 
Grazie, un cordiale saluto 
Daniele Cat Berro 

 

Il 29/01/2013 10:34, silvano ha scritto:

nella vecchia finestra meteo sono in funzione i sensori di quattro stazioni 
meteo automatiche,due da dieci anni e la prima da venti,sui tetti invece c'è 
l'arpa e la davis del mod.1 che però non uso nei riepiloghi in excel e nelle 
note riassuntive,anche per le precipitazioni finora ho usato il vecchio 
pluviografo meccanico siap. 
la stazione automatica più vicina al "vecchio"sistema è il mod. 2. 
uso ancora i mod.mensili dell'ufficio idrografico del po per una mia 
registrazione manuale. 
cerco di lasciare tutto in ordine,tra l'altro nel corridoio all'ingresso ho 
raccolto in un piccolo museo meteo i vecchi strumenti,sperando così di 
salvarli da una brutta fine. 


benissimo! spero prossimamente di poter ripassare da Oropa per una visita.
a presto
Daniele

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Daniele Cat Berro
Società Meteorologica Italiana - Rivista Nimbus
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Tel. +39 0122 641726, cell. 335 1447167
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SMI is member of European Meteorological Society
 
 
 

…controcorrente…maggio2013

 

“la vergine cuccia”

 

Si tratta di una nota poesia del Parini,scrittore del settecento,che parla di una cagnolina e del domestico di una famiglia aristocratica lombarda.

La cagnetta azzanna il servo e lui osa rifilargli un bel calcio che la fa ruzzolare lontano e per questo viene licenziato in tronco e finisce sulla strada a chiedere l’elemosina con tutta la famiglia.

Questo stile di vita ,questa scala di valori,nel settecento,riguardava una piccola parte della società,quella ricca e nobile,che in gran parte la rivoluzione francese spazzerà via.

Oggi invece sembra che in Italia,nel mondo occidentale,sono milioni le persone che considerano gli animali di casa più importanti,più preziosi dei vicini, di altri uomini e donne che vivono nelle stesse strade,nelle stesse città.

Per cani e gatti si usano espressioni come “il mio tesoro,lo amo,lo adoro”,addirittura si fanno entrare nello stato di famiglia,si lasciano eredità,si costruiscono cimiteri,cliniche…

E magari tanti uomini e donne,giovani e vecchi,devono andare a rovistare negli scarti dei mercati o alle mense della Caritas,per mangiare.

Il rispetto degli animali non c’entra nulla con queste esagerazioni che sono puro paganesimo di ritorno, idolatria non diversa dall’antico vitello d’oro di biblica memoria.

I nostri popoli dell’occidente,se non ritornano ad una scala di valori meno futili e falsi,saranno spazzati via da altri popoli con necessità vere,con ideali più vicini ad un autentico progresso umano.

 

d. silvano

 

…controcorrente…settembre 2013

 

    la sacra battaglia del “genere”

 

Fin dalle scuole elementari si imparava il genere maschile e femminile, le nostre maestre ci spiegavano i fiori, e stami e pistilli e pollini, come quasi tutta la natura

si riproduce per l’incontro di elementi maschili e femminili, con una ricchezza quasi infinita di combinazioni…

E invece, una certa moda culturale moderna, vuole come cancellare le parole maschio, femmina, uomo, donna, padre, madre, e usare termini che valgono per tutti,

 partner, genitori…

E’ il colmo dell’impazzimento della società occidentale, promuove la più grande libertà sessuale ma nega, anche con leggi, la differenza tra uomo e donna, tutto uguale, tutto matrimonio, gay o non gay….

E il bello è che queste rivendicazioni sono portate avanti da quanti si ergono a difensori e amanti della natura…

La selezione naturale elimina tutto quanto non favorisce la sopravvivenza di ogni specie.

Soltanto l’uomo,che è anche un essere spirituale, sa cogliere altri valori oltre alla continuità della specie, e quindi accoglie anche quanti sono portatori di qualche handicap…..ma non si può esagerare, facendo passare  l’eccezione per la norma…

A meno che… anche qui ci sia una sorta di autovaccinazione della natura…troppi omosessuali mettono in pericolo la specie umana, allora l’istinto naturale di conservazione porta i governi delle moderne società occidentali a consentire il matrimonio tra soli uomini, tra sole donne, così che nel giro di qualche generazione scompariranno queste tendenze, perché faranno certo pochi figli, nonostante tutta la tecnica moderna…mentre ci saranno sempre più famiglie normali che faranno figli normali…

Pensate solo agli immensi popoli dell’Asia, dell’Africa, dell’America del sud…

Senza troppi discorsi morali e di fede,…anche qui,  in fondo, è una questione di selezione naturale…

 

d. silvano

 

…controcorrente…

 

 

Sul giornale “Eco di Biella” è stato pubblicato questo interessante grafico sull’invecchiamento della popolazione biellese.

Dall’alto in basso, si nota :

l’incremento delle nascite in epoca fascista, secondo i programmi del regime,

poi il calo, ovvio, in tempo di guerra,

la ripresa postbellica,

l’impennata di nascite degli anni ‘ 60,

e poi il netto declino dal 1980, da allora la popolazione scende, nel biellese e un po’ in tutta Italia,

anche con divorzio e aborto, si rinuncia a scommettere sul futuro,

i figli non nati, tolgono la voglia di combattere,

il nostro declino non è di questi ultimi anni,

è cominciato più di trent’anni fa,

e il vuoto nella nostra società, sarà inevitabilmente riempito da popoli più giovani, con più voglia di vivere…

 d. silvano

 

 

 

 

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