…controcorrente…

                                                                           

 

                                                                                   “E’ RISUSCITATO”

Scrive il noto biblista: “L’esistenza di Gesù si chiude sulla croce. Qui i suoi amici e nemici l’hanno visto per l’ultima volta sulla terra e non l’hanno più rincontrato. La sua sopravvivenza  o la sua continuità nel mondo di Dio e della risurrezione è solo una proposta di fede. Si può ritenere vera, ma non ci sono prove, verifiche atte a eliminare qualsiasi perplessità o riserva. Nell’animo di chi crede può esservi la piena convinzione che Gesù sia vivo, ma è certezza morale, non sperimentale.

Le “prove” sicure della risurrezione di Gesù sono le sue parole ai discepoli mentre era in vita. Solo ad esse, infatti, fa appello l’angelo mentre cerca di spiegare alle donne l’accaduto (cf. Lc. 24,6-7). I discepoli non avevano certamente capito che cosa certe allusioni del maestro avessero voluto dire, ma dopo l’avvenimento, se ne “sono ricordati” e hanno compreso qualcosa di più che in precedenza. Alla fine sono riusciti a far proprio l’intero messaggio, a credere.

La fede nella risurrezione, negli stessi diretti seguaci di Gesù non è nata in un batter d’occhio, nella sera stessa di Pasqua come sembra far capire Giovanni (20,19), ma forse dopo una certa attesa, verosimilmente dopo una lunga pausa di ripensamento e di riflessione.

La risurrezione è un mistero ed è bene che rimanga tale se si vuole proporre come il messaggio centrale della fede cristiana, come ha fatto  Paolo nell’Areopago (Atti 17,31-32).

Gesù è veramente risorto non perché lo hanno visto le donne, Pietro, Maria di Magdala e i dodici, ma perché intere comunità di Palestina, dell’Asia o della Grecia vivono della sua testimonianza ed esperienza. Esse non sono tali perché hanno visto il Signore risorto, ma perché cercano di vivere per gli stessi ideali per cui lui è vissuto e morto. Sono esse il suo “corpo” vivo, afferma Paolo, un organismo operante che testifica la sua “presenza” nel tempo e oltre la storia (1 Cor. 6,15; 12,27). Per il primo apostolo sono le “pietre vive” di cui si compone la nuova chiesa (1 Pt. 2,5).

La risurrezione di Gesù è l’annunzio, la proposta essenziale della fede cristiana. E non è una parola magica, ma un programma di vita nuova, spirituale, celeste che tende farsi breccia nel tempo. Vi credono tutti coloro che fanno compiere un passo avanti alla storia avvicinandola all’eternità. Forse sono molto di più di quanto si pensi indipendentemente dalle loro convinzioni e confessioni religiose”.

                       (Ortensio da Spinetoli, Paideia Ed., Bibbia e Catechismo, pagg.152-160)

 

ho letto il commento di ortensio da spinetoli e vedo che anche grandi biblisti sono figli della cultura del nostro tempo,da bultmann in giù; giudicano gli apostoli come uomini non proprio svegli come noi oggi. come dice san giovanni, hanno toccato con le loro mani il Verbo della vita,hanno mangiato e bevuto con lui prima e dopo la risurrezione, Gesù è vero Dio e vero uomo, questa stoltezza e pazzia è essenza del vangelo e questo scandaloso annuncio è da trasmettere ad ogni generazione così semplicemente come è scritto,senza accomodamenti. siamo comunque stupidi a seguirlo. se Gesù non è risorto siamo da compatire più di tutti gli uomini.

 

…controcorrente…

…povera…chiesa…

Quando, per il giubileo del duemila, Giovanni Paolo II °  aveva chiesto ripetutamente perdono a nome di tutta la chiesa per i tanti peccati e tradimenti nei duemila anni di storia cristiana, molti avevano storto la bocca, anche vescovi e cardinali : non bisogna riconoscere così le nostre colpe, abbattere così  l’immagine della chiesa.   

E ci sembrava che certi peccati, certi cattivi esempi di fedeli e pastori, facessero parte di tempi passati, del più oscuro medioevo o del gaudente rinascimento.

Le grandi adunate di folle in preghiera in tutto il mondo, con gli ultimi papi, ci hanno illuso su una grande ricchezza spirituale.

E invece ci ritroviamo con il tradimento di giuda per trenta denari anche nei sacri palazzi, e di tante altre miserie morali che riempiono i giornali e i tribunali.

Tutto questo ci aiuta come chiesa, come cristiani, ad essere molto umili, il Signore è sempre presente e agisce con la sua grazia

fino alla fine dei tempi, ma vi è sempre anche la nostra fragilità, i nostri peccati, anche sotto il luccichio dei paramenti e lo splendore delle manifestazioni pubbliche.

Il Vangelo è e rimane piccolo seme nel campo del mondo, i tempi e i modi della maturazione li conosce solo il Signore, davanti al quale un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo.

d.      Silvano

21/12/12     …………a proposito del Natale…..

non è più così sicuro che la nascita di Gesù al 25 dicembre derivi dal "sol invictus"dei pagani.

gli ultimi studi anticipano l'usanza di due secoli e si arriva molto vicini ai fatti. l'imperatore Adriano nel 120-130, durante la terza guerra giudaica, ha distrutto tutti i luoghi di culto non solo degli ebrei ma anche dei cristiani sia a Gerusalemme che, ancor più significativo,a Betlemme:è proprio la furia distruttiva dell'impero romano la testimonianza più lampante che il culto verso Gesù era ben vivo e radicato nemmeno cento anni dopo la sua morte. e duecento anni dopo quando Costantino riapre i luoghi cristiani,sommersi sotto i templi pagani,si sapeva che più o meno erano in quella zona,senza troppa precisione e questo vale anche per i luoghi santi cristiani di oggi,tutti in stile dell' epoca delle crociate,eccetto la basilica della natività  che si è salvata dalla distruzione di Cosroe  re dei persiani nel 614 perché  aveva un bassorilievo con i magi in costumi persiani. quaranta- cinquanta anni fa si tendeva a ritardare in avanti la formazione dei vangeli e invece le ricerche successive stanno portando tutto molto più vicino ai fatti della vita di Gesù,anche se c'è una certa resistenza intellettuale in chi per anni ha sostenuto tesi più vicine a Bultmann. anche i progressisti di ieri possono diventare i conservatori di oggi.

 

22/12/12   …..50 anni  dal Concilio Vaticano II….

 

Compaiono in questi mesi molti articoli sui frutti dell’ultimo Concilio Ecumenico,sovente improntati al pessimismo,alla delusione.

 

Forse si è troppo concentrati sulla chiesa come si presenta in Italia,ma il concilio ha cambiato il mondo,la chiesa nel mondo,la liturgia locale,la parola di Dio letta in tutte le lingue,le comunità  di tutti i paesi del terzo mondo.  È un'esplosione di vita che non si può più fermare. ed anche per il passato non si può essere troppo negativi:anche Pietro e Paolo hanno battezzato famiglie intere,il fatto che la chiesa abbia battezzato i re con tutti i loro popoli è uno spargere il seme del vangelo con generosità,  lasciando al Signore il compito di farlo crescere ed infatti l'Europa ha avuto una schiera di santi e di sante ed ha fatto un lungo cammino nei diritti umani,nonostante tutti i suoi peccati. così l'africa di oggi :su un miliardo di abitanti,più della metà  sono cristiani(di tante confessioni),è un prodigio avvenuto in soli cento anni,con tanti problemi e difficoltà ,ma il seme si svilupperà ed è proprio per questo che alcuni musulmani stanno diventando furiosi e terroristi in africa,non possono concepire questa sconfitta numerica.

le parabole di Gesù valgono anche per noi,dobbiamo seminare con abbondanza,anche sprecare la buona semente del vangelo,tra i

buoni e i cattivi,i poveri e anche..i ricchi....

.....................il regno di Dio non è mica nelle nostre mani,è opera dello Spirito……….

Ad esempio, il concilio di Trento ha portato i suoi buoni frutti in cinquecento anni e noi vogliamo vedere i frutti del Vaticano secondo in cinquanta anni. i tempi del Signore non sono i nostri,ci sono voluti duemila anni   perchè  principi basilari entrassero nella carta dei diritti dell'uomo,..."non c'è più uomo donna,non c'è più schiavo libero"...ed a queste verità lapalissiane c'è arrivata solo l'Europa e la cultura cristiana occidentale con un travaglio di secoli, e gli altri popoli ne sono ancora lontani anche se magari in parte e in teoria li accettano nei loro ordinamenti.  le libertà civili di cui godiamo noi in Italia le hanno un miliardo di abitanti del mondo,appunto:occidente cristiano,Giappone e poco altro, gli altri sei miliardi devono ancora compiere un lungo cammino. ed anche noi in Italia abbiamo dato il voto alle donne solo nel 1946.

prima ho detto buoni frutti del Concilio di Trento,anzi straordinari,in alcuni secoli. basta pensare a com'era strutturata la chiesa fino al 1500:tanti papi, vescovi, religiosi, preti,che venivano dalla nobiltà per effetto delle leggi civili sui figli cadetti,non potevano ereditare e quindi erano avviati ad altre carriere,militari,ecclesiastiche......quindi tanti prelati che hanno continuato a vivere da nobili,ricchi,amanti,figli,nipoti,tenendosi le prebende dei benefici ma non interessandosi delle diocesi,delle parrocchie,affidate a mansionari:a preti e religiosi sovente poveri e ignoranti.  la chiesa con i seminari,con la formazione dei preti,spirituale e accademica ha preparato una buona gerarchia,un buon personale,preso in gran parte dal popolo,ha proletarizzato ben prima di Marx  gran parte della sua classe dirigente,ha portato figli di contadini come Pio X e Giovanni XXIII al soglio pontificio. basta pensare al veneto,quanti missionari,religiosi,suore, ha sparso in asili,ospedali,scuole,missioni:  gente di buon animo e ben preparata che ha fatto tanto bene in giro per il mondo pur con tutti i propri limiti .

pensate un po' la Bibbia  letta in tutte le lingue, la liturgia adatta ad ogni popolo,quale rivoluzione porterà nei prossimi secoli nel popolo di Dio.

d'altra parte il Concilio Vaticano secondo è stato promosso e fatto da papi e vescovi che sono il frutto più evidente del rinnovamento portato da Trento,nonostante tutto abbiamo nella media un buon clero, una buona gerarchia, gli scandali vaticani di oggi sono bazzecole se li riporti al medioevo,  anche i vizi dei nostri politici di oggi, sono quasi costumi sobri e castigati se li paragoni alla maggior parte dei re del passato.

l'ultimo numero di Noticum di Verona parla del recente sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione e contiene  un interessante articolo di un fratello missionario,presente come esperto: ebbene riporta la stessa sorpresa che c'era stata al Vaticano II , l'organizzazione aveva previsto un certo schema dei lavori,incentrato su nuovi movimenti,gruppi,esperienze di moda oggi,ignorando praticamente le parrocchie,

dai dibattiti invece è venuto subito chiaro che da tutto il mondo si voleva parlare di parrocchia:la periferia missionaria, la chiesa più viva aveva individuato nella parrocchia il centro dell'annuncio, e hanno dovuto cambiare la scaletta,hanno dovuto concludere che tutto,anche i gruppi devono avere la parrocchia come fine e centro della loro attività e questo nonostante che abbiamo avuto due papi,Giovannipaolo II  e l'attuale molto favorevoli ai nuovi movimenti.

anche questa libertà e coraggio nella chiesa è frutto del Vat.II.

 

d.silvano

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